Articoli casuali sulle interazioni sociali

Nuova serie di articoli scelti a caso

Il gioco degli otto significati

Nel rapporto tra due persone A e B, nella mente di ciascuno ci sono due significati principali che influiscono, ovvero agiscono, nel determinare le reciproche interazioni.

Nella mente di A:
- il significato di A, ovvero cosa A pensa di se stesso, come A si valuta e cosa si aspetta da se stesso;
- il significato di B, ovvero cosa A pensa di B, come A valuta B e cosa A si aspetta da B.

Nella mente di B:
- il significato di B, ovvero cosa B pensa di se stesso, come B si valuta e cosa si aspetta da se stesso;
- il significato di A, ovvero cosa B pensa di A, come B valuta A e cosa B si aspetta da A.

Per significato intendo una valutazione riferita ad un contesto cognitivo ed emotivo, ovvero ad un certo "mondo" immaginario di cui la cosa significata fa pare. In altre parole, dare un significato ad una cosa equivale a stabilire delle relazioni qualitative e quantitative tra quella cosa e i componenti di una struttura cognitiva ed emotiva di riferimento, che io chiamo mappa cognitivo-emotiva. Nel caso più semplice la valutazione può essere assoluta e generalizzata, come ad esempio: buono/cattivo, bello/brutto, vero/falso. Nei casi più complessi, la valutazione può essere molto più elaborata, circostanziata, modulata, condizionata e relativizzata nello spazio e nel tempo.

Oltre ai quattro significati principali sopra elencati, occorre considerare altri quattro significati secondari, o protettivi:

Nella mente di A:
- il significato che A pensa che B attribuisca ad A
- il significato che A pensa che B attribuisca a B

Nella mente chi B:
- il significato che B pensa che A attribuisca a B
- il significato che B pensa che A attribuisca ad A

Possiamo considerare gli otto significati sopra elencati come degli agenti mentali che contribuiscono a determinare l'interazione tra le due persone, in modo più o meno inconscio.

Ognuno di questi agenti spinge il soggetto in una certa direzione, più o meno coerente con le direzioni in cui lo spingono gli altri agenti. La direzione risultante è determinata dalla composizione delle relative forze, come avviene nella meccanica.

In conclusione, è importante chiedersi e verificare quali significati noi attribuiamo a noi stessi e agli altri e quali significati pensiamo che gli altri attribuiscono a noi e a loro stessi, perché da tali significati dipendono i nostri rapporti con gli altri.

Potenza del cinema

Il cinema è l'arte più avvincente. Infatti non si fa in tempo a reagire cognitivamente ed emotivamente ad un'immagine che subito questa cambia in modo imprevisto, stimolando una nuova reazione. In tutto questo l'io cosciente è disarmato.

Condizioni per l'interazione civile

Affinché due persone possano interagire civilmente e pacificamente, e cooperare al fine di soddisfare uno o più bisogni propri e altrui, occorrerebbero:

Ovviamente quasi tutti interagiscono col prossimo spontaneamente, seguendo i propri sentimenti, senza pensare a tali condizioni e tanto meno verificarle. Tuttavia, a livello inconscio, l'interazione è regolata dalle percezioni (più o meno realistiche) del compimento e rispetto delle suddette condizioni da parte propria e altrui.

Scopo di questa analisi è fornire concetti per interagire in modo più consapevole e razionale (il che non significa ignorare o minimizzare i propri sentimenti e quelli altrui), e di negoziare esplicitamente le condizioni dell'interazione stessa, in modo da evitare fraintendimenti e lacune che potrebbero causare il suo insuccesso.

Non-ascolto come autodifesa

Dare ascolto ad una persona significa permetterle di influenzare i propri pensieri. Per questo molti non ascoltano volentieri ciò che gli altri dicono, infatti molti cercano di difendere i propri pensieri dalle influenze altrui, dai cambiamenti arbitrari che gli altri potrebbero apportarvi.

Strategie e tattiche sociali

Ogni umano dovrebbe sapere che per sopravvivere ha bisogno di altri umani, e che gli altri possono fargli del bene e/o del male. Sulla base di tale realtà ogni umano adotta particolari strategie e tattiche, ovvero politiche, per ottenere dagli altri il bene ed evitare il male. Inoltre ogni umano discrimina gli altri secondo la presunta probabilità di ottenere da essi il bene o il male e in quale misura.

Il problema sono gli altri

Il problema fondamentale sono sempre gli altri, ovvero come interagire con gli altri senza perderci nel bilancio tra il dare e l'avere, ovvero tra ciò che ci si guadagna e il "prezzo" da pagare. Un altro aspetto del problema dei rapporti umani è quello della selettività. Ognuno vorrebbe scegliere le persone con cui interagire, preferendo quelle che gli consentono di ottenere il bilancio più favorevole. Siccome la scelta è normalmente libera, ci sono persone molto richieste e persone poco o per nulla richieste, e queste ultime devono rassegnarsi alla solitudine o ad accettare bilanci dare-avere svantaggiosi. D'altra parte le persone più richieste tendono a scegliere rapporti con bilanci molto vantaggiosi per loro; in altre parole, si offrono al prezzo più alto possibile considerato ciò che offre il "mercato". Garantire ad ogni essere umano interazioni soddisfacenti sembra impossibile senza una forma di coercizione che obblighi le persone ad interagire con certe altre persone non scegliendole a piacere, ma secondo criteri di giustizia a livello di comunità. La libertà nella scelta delle persone con cui interagire è dunque inevitabilmente fonte di ingiustizia. Questo non deve meravigliarci, essendo la natura, attraverso l'evoluzionismo, spesso ingiusta e crudele. Qualcuno obietterà che la mia visione è cinica e non tiene conto di altri fattori, come l'amore, l'altruismo, l'empatia, il senso del dovere, la religione ecc.. All'obiezione rispondo che tutte queste cose non sono fattori assoluti e principi primi, ma dipendono da condizioni psicologiche inconsce, le quali a loro volta rispondono a vari criteri tra cui quelli da me indicati, essendo la psiche costruita attraverso i rapporti sociali e al fine di stabilire i rapporti sociali migliori possibile, come ci insegna George H. Mead in "Mente, sé e società".

Decisioni continue

Ogni giorno, in ogni momento, dobbiamo consciamente o inconsciamente decidere con chi e come interagire e non interagire, ovvero chi ignorare e chi considerare, chi accontentare e chi scontentare, chi imitare e chi non imitare, chi ascoltare e chi non ascoltare, chi seguire e chi non seguire, con chi collaborare e con chi non collaborare, chi apprezzare e chi disprezzare, chi aiutare e chi combattere, a chi obbedire e a chi comandare.

Cose vs. interazioni

Una delle cose più interessanti che la moderna fisica ci insegna è che non possiamo conoscere nulla delle cose in sé, ma solo qualcosa delle interazioni tra le cose.

Interazioni reali vs. virtuali

Nessuna simulazione, nessuna interazione asincrona, virtuale o immaginaria con una persona non presente fisicamente può sostituire il piacere di un'intima interazione dal vivo con una persona reale congeniale.

Sull'interpretazione dei messaggi interpersonali

Qualsiasi espressione umana, qualunque messaggio può essere interpretato in modi diversi dal ricevente. Per esempio, come un apprezzamento, un disprezzo, un'accusa, un rimprovero, una derisione, una minaccia, una promessa, una deferenza, una richiesta, una dichiarazione di amicizia o di inimicizia, di fratellanza, di estraneità, di indifferernza, di attrazione, di repulsione, di simpatia, di antipatia ecc.