Articoli casuali sulle interazioni sociali

Nuova serie di articoli scelti a caso

Complessità delle relazioni umane

 I segni "+" e "-" rappresentano rispettivamente sentimenti di attrazione e di repulsione.

Scambi di piaceri

Affinché una persona mi dia piacere, devo darle piacere. Ma ciò che piace ad essa può non piacere a me, e viceversa. Quanto sono disposto a dare piacere agli altri? A chi in particolare? Quanto gli altri sono disposti a darmi piacere? Chi in particolare? Questo è il problema.

Agenti incosci autonomi

Quando un pianista suona, chi suona non è il suo io cosciente, ma i suoi agenti inconsci autonomi, che sono almeno due, uno che dirige la mano destra, uno la sinistra. Forse ogni agente "mano" è in realtà costituito da diversi agenti, per esempio uno per ogni dito. L'io cosciente del pianista si limita a dare l'avvio all'attività e a monitorarla, per interromperla nel caso non dia i risultati sperati.
Lo stesso avviene quando un umano interagisce con altri umani, in cui ad interagire sono in realtà i rispettivi agenti inconsci autonomi, mentre i loro io coscienti si limitano ad avviare o a interrompere l'interazione, o cambiarne le finalità.

L'io cosciente come mediatore

L'io cosciente è (o dovrebbe essere) il mediatore tra le proprie esigenze e quelle altrui. Per funzionare bene deve conoscere entrambe le esigenze, i modi per soddisfarle, e gli ostacoli alla loro soddisfazione.

Interdipendenza, condizionamento reciproco, autocondizionamento

Tra i fattori che caratterizzano la natura umana, particolarmente importanti sono, a mio parere, i seguenti:

Tali fattori sono correlati causalmente, nel senso che il secondo dipende dal primo e il terzo dal secondo.

Che gli esseri umani siano interdipendenti è evidente, ma, a mio avviso, non si riflette abbastanza sulle conseguenze di tale condizione. Infatti, dato che ogni umano ha bisogno di un certo numero di altre persone (per sopravvivere e per soddisfare i propri bisogni) è naturale che cerchi continuamente di influenzare il comportamento altrui a proprio favore, cioè di “condizionare" gli altri (consciamente o inconsciamente). In tal senso, possiamo parlare di “condizionamento reciproco”.

Il tentativo di condizionamento ha successo specialmente in due casi: (1) quando una persona più anziana o più esperta cerca di influenzare una più giovane o meno esperta e (2) quando molte persone, accomunate da certi comportamenti o certe idee, cercano di influenzare un individuo non supportato da un gruppo abbastanza coeso o cospicuo con idee e comportamenti antitetici rispetto al primo.

Nel caso (piuttosto frequente) in cui un individuo sia oggetto (consciamente o inconsciamente) di condizionamenti contrastanti da parte di vari altri individui o gruppi, succede che egli non sappia decidere spontaneamente quali condizionamenti accogliere e quali rifiutare. In tal caso ha la capacità di scegliere consciamente e razionalmente il condizionamento da accogliere e di “forzarlo” attraverso un volontario “autocondizionamento”.

L’autocondizionamento è dunque un processo di autoconvincimento volontario, cosciente e razionale, a pensare e a comportarsi in certi modi a fronte di certe “ragioni” considerate vere, buone e giuste, specialmente quando occorre superare un condizionamento precedente antitetico rispetto al nuovo.

Per concludere, a mio parere, in quanto esseri umani interdipendenti, siamo continuamente impegnati in un condizionamento reciproco e, in caso di conflitti tra condizionamenti contrastanti, possiamo autocondizionarci volontariamente, nel tentativo di superare i conflitti motivazionali.

Sull’interazione e la comunicazione

Interagire significa scambiare (cioè dare e/o ricevere) qualcosa di materiale o immateriale.  Comunicare significa offrire o chiedere qualcosa. La comunicazione è un’interazione in cui si scambiano informazioni intenzionali (messaggi) o non intenzionali. Una comunicazione può consistere nella proposta, richiesta o offerta di una certa interazione. Un'interazione in cui vengono scambiate cose materiali costituisce anche una comunicazione qualora venga dato un significato alle cose scambiate. In altre parole, ogni scambio (materiale o immateriale) può costituire un’informazione significativa.

Psicoterapia del non essere

Credo che l’astensione dall’uso del verbo essere, e la sua sostituzione con verbi che esprimono relazioni e interazioni possono costituire una psicoterapia più efficace di tante altre.

Uomo e immedesimazione

Una delle cose che distinguono l'uomo dagli altri animali è la capacità di immedesimarsi nell'altro, ovvero di percepire, immaginare, presumere, "copiare" i pensieri, sentimenti, bisogni, desideri e le intenzioni altrui, ovvero di capire l'altro mettendosi nei suoi panni, nelle sue scarpe, nel suo corpo, nelle sue emozioni, nella sua logica e perciò di prevedere le sue reazioni cognitive ed emotive a ciò che potrebbe accadere. Questa capacità è presente in forma rudimentale anche in altri animali, ma nell'uomo è molto sviluppata e potrebbe svilupparsi ulteriormente mediante una educazione appropriata.

Gruppi di mutua approvazione

Uno dei fattori di coesione dei gruppi umani è la mutua approvazione tra i suoi componenti. Siccome ognuno ha bisogno di approvazione, ci si accorda tacitamente in modo da approvarsi l'un l'altro. In questo modo ci guadagnano tutti. Il prezzo da pagare per questa fonte di soddisfazione è la rinuncia alla capacità critica, ovvero la cecità ai difetti propri e altrui.

Triangolazioni affettive, comunità sentimentali

Secondo la teoria dell'equilibrio cognitivo di Fritz Heider, nella relazione tra due umani una grande importanza ha la concordanza o discordanza di sentimenti verso terzi (cose, persone, idee, atti ecc.).

La condivisione di simpatie e antipatie, apprezzamento e disprezzo, amore e odio, rispetto e indifferenza verso certe entità contribuisce infatti a determinare un legame affettivo positivo, simpatia, fiducia, attrazione ecc. tra due persone. Al contrario, una discordanza affettiva verso una certa entità contribuisce a determinare sfiducia, ostilità, repulsione ecc.

Il rapporto tra due persone dovrebbe perciò essere visto come una serie di triangoli in cui due vertici rappresentano le persone stesse e il terzo qualsiasi entità verso la quale esse hanno dei sentimenti, ovvero un rapporto affettivo, o indifferenza. Questi triangoli affettivi possono essere più o meno concordi o discordi, consonanti o dissonanti nei confronti delle entità terze, e il grado di concordanza contribuisce a determinare il rapporto affettivo tra le due persone di riferimento.

A livello di gruppo, si può dire che una comunità sia caratterizzata (anche) da una comunanza (cioè concordanza e condivisione) di sentimenti, ovvero di amore, odio, simpatie, antipatie e indifferenze verso certe entità particolari (cose, persone, idee, atti ecc.).

Le figure che seguono illustrano diverse triangolazioni affettive equilibrate e squilibrate tra due persone A e B verso una entità terza X.